Varkala 15 gennaio

“Italy is safe?” Ci chiede un fotografo indiano che espone le proprie foto alla nostra guest house. Le foto sono molto belle, viaggia parecchio e il suo prossimo obiettivo è venire in Italia per un viaggio fotografico.
È incredibile come la concezione che si ha degli altri paesi sia totalmente sbagliata rispetto alla realtà. In effetti con quel che si sente in giro dell’Italia e se pensiamo alla mafia, conosciuta bene ovunque, (un maestro di yoga ci chiederà proprio informazioni rispetto a questo) l’Italia è tutt’altro che sicura. E in effetti io stessa mi sento più tranquilla all’estero che a casa mia, questo dovrebbe far riflettere.
Sono a Varkala in Kerala nella patria dello yoga e dell’ayurveda.
La parte turistica si trova in cima ad una scogliera, è costituita da negozietti per shopping, ristorantini e una gran varietà di guest house sia a buon prezzo che non, e cottage per sistemazioni più ricercate. e subito sotto si trova la spiaggia dove occidentali e alcuni indiani vanno a prendere il sole e a tuffarsi nell’oceano Indiano. Ho trovato le palme!OLYMPUS DIGITAL CAMERA

L’abbondanza di persone straniere venute in cerca di spiritualità, è un buon segno della presa di coscienza che qualcosa deve cambiare e che qualcosa sta realmente cambiando, ma per i miei gusti ci sono troppi turisti.
Moltissimi sono i centri che offrono lezioni di yoga o massaggi ayurvedici o consulenze specifiche.
L’occidentale è però molto esigente, e gli indiani si sono adattati a questo proponendo una ricca offerta studiata appositamente, dalla varietà di menu alla musica di accompagnamento, che va dal metal, al lounge, al country. Un po’ eccessivo.
I negozi vendono ogni tipo di abbigliamento appositamente occidentalizzato, tuttavia si trovano cosine molto carine.
Ma Varkala non è solo questo. Basta allontanarsi leggermente dal punto più turistico ed ecco che si trova la parte più bella. Una lunghissima passeggiata di qualche chilometro a bordo scogliera porta tra i palmeti e in villaggetti dove la vita è quella vera e dove la natura è straordinaria.

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Una spiaggia lunghissima di qualche chilometro al villaggio dei pescatori, totalmente deserta, abitata solo da uccelli che pescano e piccoli buffi corvi.

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Bellissimi e tantissimi falchi e aquile volano a pochissimi metri a caccia di cibo, non mancano bufali, caprette e cani, tra tutti c’è chi sta meglio e chi peggio, e ogni volta mi piange il cuore per l’impotenza di non poter far qualcosa per loro.

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Non possiamo non provare qualche trattamento. Io provo un massaggio ayurvedico seguito da uno con le erbe, durata totale 1 h e 45 min. Il tutto è stato un mix tra il piacevole, il doloroso e il buffo. Sdraiata su un lettino ho sghisciato nel l’olio ayurvedico come una patatina fritta, poi sono stata presa a “pugni” con un sacchetto di erbe bollenti. La ragazza indiana è molto gentile e mi assicura che è il trattamento migliore per il mal di schiena.
Mattia, che ha provato anche lui un massaggio mi racconterà invece ridendo di aver fatto continuamente “cric croc”.
Proviamo anche una lezione di yoga in un centro Yoga, seppur bravo il maestro non ci entusiasma in quanto sembrava che dovessimo fare più asanas possibili in una sola ora. Ma del resto è questo ciò che gli occidentali chiedono. Sono sempre tutti convinti che fare yoga significhi fare mille perfette posizioni, allungarsi il più possibile e se non si arriva a piegarsi in 4 allora non si sta facendo la cosa giusta e non stai facendo yoga. Ma lo yoga non è questo, questa disciplina si chiama Stretching!
Il giorno successivo Mattia prova invece un altro posto e rimanendone fentusiasta faccio anche io una lezione.
Il maestro ha lo stile di Umesh, il nostro maestro spirituale di Varanasi. Semplice e piccino, all’inizio della lezione spiega che questi sono giorni molto importanti perché ci sono dei movimenti particolari tra i pianeti e quindi c’è molto Prhana, per cui è ottimo per fare pregare e fare meditazione.
Aggiunge inoltre che ogni posto in cui si prega diventa un tempio, anche casa propria lo è, e noi siamo il tempio di noi stessi. Inoltre spiega che non è necessario fare 1000 asanas diverse, è sufficiente impararne una e farla tutti i giorni, il saluto al sole ad esempio è già una posizione completa, per variare però se ne possono fare altre.
Prendiamo quindi i suoi contatti per quando si tornerà la prossima volta a Varkala.
È tempo di spostarsi, direzione Allepey, 2,30 h di treno e ci siamo.

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